A cosa serve studiare la storia?

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Cos’è la storia?
La storia è quello che facciamo tutti i giorni, è la nostra vita.
Tutto quello che facciamo oggi domani diventa passato, cioè storia, quindi esperienza.

Cosa è l’esperienza?
“L’esperienza è un insegnante severa che prima ti mette alla prova e poi ti spiega la lezione” Oscar Wilde

Se oggi mi siedo su un cactus pensando che sia una buona idea, la mia storia, e quindi questa esperienza, potrebbe farmi cambiare idea.

L’esperienza è il nome che danno gli uomini ai propri errori”.

Oscar Wilde

Imparare dalle nostre esperienze e da quelle degli altri ci evita inutili sofferenze e perdite di tempo.

Tutto ciò che conosciamo e che abbiamo fatto finora è la nostra storia.


Noi siamo ciò che abbiamo imparato, ci comportiamo in base alle nostre

convinzioni e abitudini che abbiamo assimilato durante la nostra vita.

Ciò che noi oggi siamo è il frutto del nostro passato.

A cosa mi serve la storia?
Non mi aiuterà sicuramente a trovare un lavoro, infondo posso vivere anche senza conoscerla.
Vero! Ma mi serve per imparare a stare al mondo, a comprendere ciò che mi accade intorno.

Dall’inizio della storia l’uomo continua a ripetere sempre gli stessi errori.
Rispetto a 3000 anni fa, oggi si sono evolute la tecnologia e la medicina,
ma l’animo umano è sempre lo stesso, continuiamo sempre a cadere negli stessi errori e a fare le stesse cose.

Se continui a fare sempre le stesse cose otterrai sempre gli stessi risultati”. Antony Robbins

Ma è veramente così brutto imparare la storia?

Io risponderei: dipende da come ti viene insegnata, se ti obbligano a leggere e memorizzare un testo scritto in modo forbito e senza una trama interessante allora si.

Ci emozioniamo guardando un film appassionante.
Proviamo piacere a guardare cartoni animati, romanzi strappalacrime e commedie divertenti.
Tutti questi filmati e animazioni hanno la loro trama e non sono altro che pezzetti di storia.

Possiamo dire che la storia è come un lunghissimo e avvincente romanzo che racconta le vicende dell’uomo ha i suoi protagonisti, antagonisti e personaggi secondari, scene di azione e drammatiche, i buoni e i cattivi, i misteri , le vittorie e le sconfitte.

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Cosa è l’assertività

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In che modo ci comportiamo con gli altri?
Esistono tre caratteristiche di comportamento, vediamo in quale ti riconosci di più.

Comportamento passivo.

Hai una bassa autostima, per te gli altri sono più importanti e vengono prima, sei insicuro non esprimi certezza,  quando chiedi qualcosa non sai farti valere, ti prendi la colpa di ciò che accade.
Ti fa andare bene le cose  che decidono gli altri,  cosi questi se ne approfittano, non rispetti te stesso e non riesci a farti rispettare gli altri non hai una tua posizione ti lasci manipolare, sei  incapace di esprimere la tua idea, hai difficoltà nel prendere decisioni, ritieni gli altri migliori di te.
Temi di essere giudicato e dipendi dall’approvazione degli altri, non sai dire di no ne rifiutare.
Subisci le critiche.
Fai quello che vogliono gli altri e sei sottomesso.
Ti senti frustrato e impotente, hai spesso sensi di colpa.
A volte a forza di trattenere la rabbia esplode manifestandosi.

Comportamento aggressivo.

Hai un eccesso di ego malsano che porta ad egoismo e narcisismo,
consideri solo te stesso,
tendi ad  opprimere le persone e a sottometterle.
Non ascolti ne accetti le opinioni  altrui, pensi di avere sempre ragione e non lasci parlare nessuno.
Sadico, maleducato, antipatico,
Invadente, critico, offensivo.
Ti imponi sugli altri, calpesti i loro diritti, giudichi  tutto e tutti
generalizzi e accusi di sbagliare sempre.
Dai la colpa agli altri dei tuoi errori, e non li ammetti neanche di fronte alla evidenza.
Pretendi che tutti siano sempre disponibili, ti circondi di persone passive
Non hai rispetto per il prossimo, pensi di essere superiore.
Ti comporti da bullo.

L’assertivo (da non confondere col lassativo, come corregge il cell) è una via di mezzo tra i due comportamenti opposti, passivo e aggressivo.

Comportamento assertivo.

Rispetti il prossimo ma soprattutto te stesso e le sue idee.
Sei sicuro di te, hai una buona autostima e sei determinato.
Cerchi di capire il comportamento degli altri senza giudicarli.
Quando e il momento sai fare complimenti, elogiare, gratificare, incentivare le persone, riconosci i loro pregi, ma quando fanno un errore lo fai notare con gentilezza e spieghi dove secondo te hanno sbagliato, li aiuti a correggere i loro errori e ringrazi per ciò che hanno fatto di buono.
Sai comunicare in modo chiaro ed efficace, esprimere le tue emozioni, pensieri e opinioni in modo libero senza paura di essere giudicato e senza essere aggressivo.
Difendi i tuoi interessi le tue idee e il tuo punto di vista.
Accetti le critiche costruttive ma sai difenderti da chi ti aggredisce e sai farti rispettare.
Dimostri le tue capacita e gestisci i conflitti, sai tenere la situazione sotto controllo senza provare ansia.

Di solito abbiamo l’abitudine ad usare sempre lo stesso comportamento, in base al nostro carattere, ma spesso adottiamo un comportamento diverso a seconda della situazione e di chi ci troviamo davanti.
È ovvio che se impariamo ad adottare un comportamento assertivo avremmo più successo nella vita, non è facile, ma è possibile, bisogna migliorare la propria autostima.

La musica ci può aiutare?

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La settimana scorsa abbiamo parlato di ancoraggi, oggi voglio riprendere l’argomento parlandoti di un tipo di ancoraggio potentissimo e vedremo anche come poterlo facilmente usare in caso di bisogno.

La musica accompagna tutta la nostra vita, la sua melodia, come anche il testo di una canzone ci fanno provare forti emozioni.

Spesso ci capita di ancorare una canzone ad un determinato avvenimento capitato in passato.
Per esempio: una canzone può ricordarci il primo incontro con una persona importante, se abbiamo visto un film triste potremmo commuoverci ascoltandone la colonna sonora, o potremo caricarci di energia ascoltando una musica che ci ricorda la scena di un film di azione.

Molte canzoni ci portano in un determinato stato emotivo, di solito la musica classica ti rilassa e quella rock ti da la carica, ma non è detto perché la cosa è molto soggettiva, ognuno ha le sue preferenze, la stessa canzone può far provare emozioni diverse in base alla persona che la ascolta.

Anche la scienza lo prova, diverse ricerche hanno dimostrato che la musica può potenziare  le prestazioni atletiche, la memoria, l’intelligenza, l’umore, le difese immunitarie, può ridurre la fatica, lo stress, l’ansia e addirittura i rischi cardio-vascolari, può farci sentire bene, stare in allegria.
È come una droga naturale.

La regolazione delle emozioni è una componente essenziale per la salute mentale, i musicoterapisti sanno che la musica può avere un potere sulle emozioni, la usano per aiutare i loro pazienti a migliorare i propri stati d’animo e alleviare i sintomi da disturbi dell’umore, come la depressione.

I livelli di ansia e di nevrosi sono più alti nelle persone che tendono ad ascoltare musica triste o aggressiva.

La musica lavora sulla parte irrazionale del nostro cervello, procura benessere e può addirittura aiutare a guarire da alcune malattie.

Anche nei riti religiosi, sin dall’antichità, veniva usata la musica dagli sciamani e dai sacerdoti per creare un ambiente magico, cosi come ancora oggi viene usata nelle moderne religioni o negli spettacoli.

Esercizio.

Preparati le canzoni giuste per ogni situazione.

Quelle che ti rilassano quando sei stressato.

Quelle che ti danno la forza per affrontare uno sport.

Quelle che ti danno la motivazione per affrontare una giornata di studio.

Quelle che ti danno la grinta per superare un esame.

Ascoltane un paio qualche minuto prima di affrontare quella situazione problematica che ti fa paura, in modo che tu sia preparato ad essere nella condizione mentale giusta per risolverla.

Cosa sono le ancore?

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Capita anche a te che quando stai annusando un profumo la tua mente ti riporta a dei ricordi remoti, o quando stai assaporando un cibo si risveglia il  ricordo di  un avvenimento passato?

Ivan Pavlov scoprì i “riflessi condizionati” facendo un esperimento con i cani.
Ogni volta che portava a loro del cibo, suonava un campanello.
I cani alla vista del cibo salivavano.
Pavlov ha ripetuto la procedura cibo + campanello per alcuni giorni; alla fine era sufficiente suonare il campanello per far provocare la salivazione ai cani.

Hai mai notato che una canzone può portarti in uno stato di gioia, mentre un’ altra può darti malinconia?
Magari inconsciamente hai ancorato quella determinata canzone ad una scena di in film che ti ha fatto provare un’ emozione piacevole.
Oppure quella canzone o quell’odore erano presenti mentre affrontavi una delusione o un forte dolore.

Siamo immersi in un mare di ancore che sono continuamente presenti nella nostra vita quotidiana.
Anche i nomi, la voce, le persone, i rumori, gli oggetti, i luoghi sono ancore.

Spesso non sappiamo spiegarci perché avvicinandoci ad alcuni luoghi, persone, animali, oggetti proviamo ansia o addirittura panico.
Anche alcuni nostri comportamenti sono dettati dalle ancore.

Magari quando ero piccolo mia madre si era assentata, io mi sono sentito abbandonato e ho provato panico, nello stesso momento passava un piccione vicino a me, la mia mente razionale non ricorda la scena, ma il mio inconscio ha ancorato il piccione ad una situazione di forte paura, ed ora quando vedo un piccione vado in  panico.

Ovviamente è un esempio nella realtà sono i piccioni ad aver paura di me, con la fame che mi ritrovo.

Ora mi dirai: “Alchi! Ma che mi frega a me di sti discorsi di psicologia, io voglio prendere bei voti a scuola!”

Questo discorso serve a farti capire che ricordare qualcosa è influenzato fortemente da fattori emotivi e diventa fondamentale gestire in maniera efficace le nostre emozioni per poter apprendere in maniera naturale e piacevole.
Se detesto il professore di matematica, mi sta antipatico e mi fa paura,  non riuscirò ne a farmi piacere e nemmeno a capire la matematica.

Non è tutto, oggi grazie alla PNL, possiamo creare delle ancore e riprodurle per soddisfare le nostre esigenze.
Attivando un ancora possiamo provare l’emozione che ci serve, quando vogliamo sentirci energici, sicuri, forti, carichi.

Gli attori conoscono molto bene l’uso delle ancore.
Se studi recitazione ti verrà insegnato il metodo Stanislawsky. Gli attori sanno riprodurre immediatamente ed attivare in modo automatico le ancore.
Ad esempio se devo piangere in una scena, riportero la mia mente al momento in cui ero molto triste perche avevo perso per sempre il mio adorato cane.

Ma di come usare le ancore a tuo favore te ne parlerò un’ altra volta, altrimenti il post si fa troppo lungo e rischi di addormentarti.