Perche esiste il razzismo?

razzismo

Il razzismo è un pregiudizio, cioè un opinione superficiale capace di fare assumere atteggiamenti ingiusti.

Il pregiudizio fa parte della nostra evoluzione.
Tra gli uomini primitivi sopravvivevano i più diffidenti, cioè quelli che restavano sempre in guardia.

La nostra mente crea delle  convinzioni per proteggerci da eventuali pericoli, per farci sentire al sicuro.

Vogliamo mantenere la situazione sotto controllo, anche se è impossibile perché molte cose sono imprevedibili.

Quindi  tutto ciò che è sconosciuto, perciò diverso da quello che già conosciamo (che ci da un senso di sicurezza), ci fa paura.

Solo attraverso la curiosità, la conoscenza e la consapevolezza possiamo renderci conto che queste convinzioni sono un illusione, se vediamo cosa c’è di bello in chi è diverso da noi (e non solo cosa ce di brutto), possiamo cambiare opinione.

Ti sarà capitato di conoscere una persona e di creare una prima opinione su di lui, ma a forza di frequentarla, quell’opinione può essere cambiata.

Tutti abbiamo dei pregiudizi.
Ci comportiamo così perché abbiamo bisogno di dare a noi stessi delle risposte semplici a domande troppo complicate, oppure perché non ci sforziamo di capire, ma seguiamo i ragionamenti sbagliati che fanno gli altri.

Il razzismo non è altro che una forma di chiusura mentale, di estremismo, dove si vede tutto o bianco o nero e non ci si sforza a vedere le sfumature di colore.

Anche pensare che una persona che ha dei pregiudizi è cattiva è un pregiudizio.
Vedere il razzismo ovunque, non accettare le barzellette sulle persone di colore ma solo quelle sui carabinieri, sui politici o sui contadini non e forse un modo per emarginarli, distinguerli, escluderli?

Le statistche dimostrano che la maggior parte delle persone che delinquono sono extracomunitarie, questo è un dato di fatto.
Anche noi  quando andiamo a vivere in un altro paese siamo extracomunitari.

Gli extracomunitari sono persone che si trovano costrette a lasciare il loro paese, la loro casa e i loro amici:  a causa di una guerra, della povertà, o perché in quel luogo non possono più sopravvivere, altrimenti non se ne andrebbero in un paese sconosciuto, con una lingua diversa, dove possono trovare persone ostili nei loro confronti.

Però se invece di dire: “gli extracomunitari delinquono” dicessimo. “i disperati delinquono”, capiremmo perché anche molti italiani delinquono e molti extracomunitari non lo fanno.
Se sono un benestante non vado a delinquere.

Un razzista non è altro che un ignorante che non ha capito che delinquere non fa parte di una razza, un etnia, un colore, o un confine.

Se noi siamo ostili verso un popolo non possiamo aspettarci che lui non lo sarà verso di noi, infondo anche noi siamo ostili verso chi ci odia.

Le persone violente come i terroristi che fanno del male e uccidono non lo fanno perché sono di colore o perche appartengono a quella determinata etnia, paese o religione, ma perché sono guidati da  convinzioni astruse, o semplicemente perché sono delle teste di cazzo (scusate la parola teste).

Il pregiudizio non si può eliminare.
Puoi solo renderti conto  di come funziona, ed imparare a conoscere te stesso,  perché per quanto tu possa conoscere gli altri non li conoscerai mai abbastanza da evitare il pregiudizio.

Cosa sono i miti?

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Alcuni storici sostengono che i Greci sapessero che la mitologia non era vera ma che si trattava di storie di fantasia, e che fossero coscienti del fatto che il passaggio orale da una persona all’altra modifica il messaggio originale, siccome  la mitologia veniva tramandata oralmente ognuno ci metteva del suo e il racconto cambiava continuamente, come oggi quando accade un avvenimento, più passaparola ci sono più ci allontaniamo dalla verità.

I Greci usavano queste narrazioni per trattare un argomento in modo velato e indiretto; attraverso le metafore si possono insegnare in modo semplice degli argomenti delicati, difficili o scomodi.

Secondo Platone i miti trapelano un insegnamento razionale e serio, educano e propongono dei modelli di condotta.
Sono favole che hanno un fondo di verità, nascondono una morale, un concetto o un’ idea.

Anche Socrate insegnava attraverso l’uso delle metafore e dei racconti, oppure facendo delle domande, il suo allievo Platone sapeva bene che questo è il miglior modo per apprendere.

I racconti erano un’ usanza comune in antichita, infatti li troviamo anche nei testi sacri come la bibbia o i vangeli, anche questi derivano da storie tramandate in precedenza oralmente.
Purtroppo questo metodo di insegnamento è andato perso, anzi oggi viene addirittura frainteso.

Ai tempi nostri non esistono più i miti?
Forse hanno cambiato forma?

Alcuni  film e i cartoni animati di fantasia non sono come i miti?
A volte nascondono una o più morali e danno lezioni di vita.
Per farti un esempio puoi trovare una morale nelle recenti animazioni della Disney o dei principali produttori cinematografici di cartoni animati, se provi a seguire il fumetto “One piece” puoi scoprire un racconto avventuroso pieno di valori ed insegnamenti.

Il vero filosofo è colui che sa spiegare le cose con chiarezza a chiunque, sa semplificare e farsi capire usando esempi o poche parole semplici ed essenziali; sa distinguere ciò che è giusto e ciò che è necessario e utile.

Chi fa lunghi e sofisticati poemi, usa giri di parole complesse generando confusione, per distinguersi fingendo di essere colto agli occhi della gente, o per farsi comprendere solo dai pochi eletti, questo non è un filosofo ma un sofista.

Mente sana in corpo sano.

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Già gli antichi erano convinti che esistesse questo legame tra mente e corpo.
Se ci osserviamo bene, quando parliamo con qualcuno, usiamo molti gesti del corpo ed espressioni del viso.
Quando facciamo dei calcoli usiamo le dita delle mani.
Gesticolando apprendiamo meglio.

A volte ci capita di non ricordare come si fa una cosa (per esempio suonare uno strumento o fare una torta), ma se proviamo a farla ci riusciamo subito e ci viene in mente come si fa.

Se mantengo un buon equilibrio mentale e sono in pace con me stesso, cerco anche di mantenere in forma il mio corpo.

Se invece non cerco di risolvere i miei problemi esistenziali, non so gestire le mie emozioni, magari mi lascio andare nel cibo, mi lascio prendere dalla pigrizia, o cerco distrazioni nell’alcol, fumo, droghe, tv, o nelle paranoie esistenziali e  trascuro il mio corpo.

Allo stesso tempo il mio corpo può influire sulla mia mente, se sono malato o debole mi sento anche giù mentalmente.

La fisiologia è l’insieme di: postura, mimica e gesti.
Il nostro corpo tende a seguire le emozioni provate.

Quando siamo tristi  tendiamo a piegarci in avanti, schiena curva, incliniamo la testa, manteniamo lo sguardo basso e respiriamo lentamente.
Questa postura diventa cronica nelle persone insicure e con poca autostima, queste persone tendono ad occupare poco spazio, ad evitare il contatto visivo, camminano oscillando a destra e a sinistra, mantengono delle posizioni di chiusura o difensive, tipo braccia o gambe incrociate.

Mentre le persone con un alta autostima e sicure di sé tendono a stare in una posizione eretta, con spalle indietro e petto in fuori, a tenere la testa alta, i piedi alla larghezza delle spalle, occupano molto spazio, camminano in modo equilibrato e tendono a guardare l’interlocutore dritto negli occhi senza abbassare lo sguardo.

La cosa più curiosa è che il fattore è  reversibile, cioè se assumo la postura e l’atteggiamento di una persona sicura di sé la mia autostima tende a crescere.
Il solo fatto di imitare ogni singolo comportamento di una persona sicura di sé ti fa sentire più sicuro di te.

Questo può essere un buon modo per iniziare a cambiare e a migliorare se stessi.

Memento mori.

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È una frase che usavano i Romani per non farsi sopraffare dall’arroganza e tenere i piedi per terra, ma può nascondere un altro significato: ricordarsi che presto la tua vita finirà, questo ti da una svegliata per cercare di vivere ciò che ti resta della vita al meglio.

Così per darti una spinta motivazionale ti  elenco i 5 rimpianti più frequenti delle persone in punto di morte, raccolti nel libro  di Bronnie Ware: “The top five regrets of the dying”.

1) Vorrei aver  avuto il coraggio di vivere la mia vita, non quella che gli altri si aspettavano da me.

È triste capire che non hai realizzato moltissimi dei tuoi sogni quando sei in punto di morte.
Dai…. sei ancora in tempo, datti da fare.

2) Vorrei non aver lavorato tanto.

Ci facciamo prendere dal lavoro, delle distrazioni, della routine, delle abitudini, per poi dimenticare le cose piu importanti, come: goderti l’infanzia, seguire le tue passioni, raggiungere i tuoi obbiettivi, o passare momenti felici insieme alle persone a cui vuoi bene.

3) Vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti.

Molti non hanno saputo dire ciò che pensavano, o dimostrare ciò che provavano, per insicurezza, per mancanza di coraggio, o per vergogna, o solo per paura del giudizio degli altri, rendendo così la loro vita triste e mediocre, coltivando malattie causate da rabbia, risentimento e frustrazione.

4) Avrei voluto rimanere in contatto con i miei amici.

Perdere l’opportunità di rimanere legati nel corso degli anni con delle persone care, rimpiangere di non aver passato più tempo con loro.

5) Avrei voluto essere più felice.

A causa delle nostre abitudini, della paura di cambiare, della procastinazione (ma si, c’è sempre tempo per farlo, lo faro dopo, ma dopo può non arrivare mai), non ci rendiamo conto che è possibile essere felici, ma preferiamo piangerci addosso.

Se questa fosse l’ultima settimana della tua vita, quale rimpianto avresti?

P.S. La battuta nel fumetto vuole rendere omaggio e ricordare Massimo  Troisi, un grande attore purtroppo scomparso qualche ann0 fa in giovane età.

La metafora dell’Orto.

ortoQuesta metafora di solito la uso per spiegare un concetto importante nella vita.

Se voglio che il mio orto cresca rigoglioso dovro dargli molte cure, seguirlo, dedicargli molto tempo, molta pazienza, dovrò informarmi dettagliatamente su come si coltiva, conoscere di quale tipo di terra è composto (torbosa, sabbiosa o argillosa) ed eventualmente modificarla, correggere i gradi di acidità, vangarla, concimarla, fresarla, sapere quando e come seminare, in che modo annaffiare, ecc…

Non è solo la quantità di tempo che dedichero al mio orto ma anche la qualità: la pazienza, la passione e l’amore che dedichero al mio orto decideranno il risultato.

Potrà capitare un periodo di siccità o di grandine che distruggerà tutto, ma con tanto amore, tempo e pazienza lo faro tornare migliore di prima.

Ora sostituisci l’orto con qualunque altra cosa (o valore) a cui tieni: il lavoro, la famiglia, la carriera la persona amata, lo sport, ecc…

Più ti impegni costantemente in quella cosa, migliori saranno i frutti che raccoglierai.

Attenzione però, più cose vorrai più disperderai energie, se vuoi la carriera, la famiglia, viaggiare, avere successo nello sport, fare soldi contemporaneamente, rischi di fallire in tutti i campi.

Se smetti di curare il tuo orto, di innaffiarlo, di togliere le erbacce, di concimarlo ogni giorno, questo inizierà a seccare (ricorda che l’orto è una metafora).

Nella vita bisogna fare delle scelte consapevoli e dovrai assumertene le responsabilità.

Perciò scegli bene qual’è il tuo orto,
cosa vuoi veramante tu.
Non lo sai ancora?
Allora segui il tuo cuore, ti indicherà la via.

Cosa è Matrix?

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Il mondo che vediamo intorno a noi è fasullo, costruito apposta per nasconderci la verità.

La matrix è un programma che ci viene inserito attraverso la società, la scuola, le religioni, i mass media, internet; come se non bastasse noi educhiamo i nostri figli come siamo stati educati noi.
Questo sistema serve a renderci dei burattini che sopravvivono, lavorano, producono, consumano e infine muoiono.

Passiamo tutta la vita come degli automi, in uno stato di dormiveglia, con gli occhi chiusi per non vedere la verità.

Seguiamo delle regole, facciamo quello che fanno tutti, compriamo quello che comprano gli altr,i abbiamo bisogno di quello che hanno gli altri, imitiamo le persone famose per sentirci come loro.
Questo sistema non permette di scegliere e di farci ragionare con la nostra testa.
Viviamo in un illusione.

Matrix è un film di fantascienza ma nasconde una verità.

Anche noi come il protagonista del film ci troviamo a dover fare una scelta:

Con la pillola blu tornerai a vivere addormentato nella tua illusione di vita, perderai il libero arbitrio, tornerai a farti trasportare dalla massa nella vita mediocre, non conoscerai mai i tuoi desideri.

Se invece scegli la pillola rossa ti risveglierai e seguirai li sentiero della conoscenza e della consapevolezza, della verita, del cambiamento.
Getterai via tutte le tue convinzioni e le idee sbagliate, su te stesso e sugli altri e su ciò che ti circonda.
Crollerà tutto ciò che fino ad oggi riconosci come realtà,  ma che si tratta soltanto di illusione.
Ma dovrai assumerti la responsabilità di affrontarne le conseguenze.

Morpheus:
Pillola azzurra, fine della storia: domani ti sveglierai in camera tua, e crederai a quello che vorrai. Pillola rossa, resti nel paese delle meraviglie, e vedrai quant’è profonda la tana del bianconiglio.

Ti sto offrendo solo la verità, ricordalo. Niente di più.

La noia.

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Tutti abbiamo provato la noia, soprattutto le persone più curiose e vivaci quando sono costrette a fare qualcosa di monotono.
In fondo la noia serve proprio a questo, a incentivare la curiosità e a cercare nuovi stimoli.

Capita però che la noia si trasformi in apatia, stanchezza cronica, voglia di fare niente, di stare da soli, indifferenza verso ciò che ci accade intorno, mancanza di passioni ed emozioni.

Non confondiamo però l’apatia con la depressione (perdere la voglia di vivere), quest’ultima provoca ansia, dolore e emozioni negative (questa la tratterò in un altro post).

Ci annoiamo quando non possiamo fare qualcosa di stimolante, chi è depresso pensa che non esista niente di stimolante.

Oggi grazie ai finti standard di perfezione che ci regala ogni giorno la TV (e altri mass media compreso internet), se non sei bello, hai pochi seguaci sui social, non sei ricco, famoso, ecc…  in pratica: se non sai apparire (fare in modo che gli altri ti credano figo, anche se in realtà hai meno intelligenza di un geco) sei uno sfigato.

Questo è uno dei motivi per cui oggi molti ragazzi si isolano, evitano le responsabilità, diventano fannulloni, hanno paura di fallire.

Ma si! Che ti frega! La società ha parecchi rimedi contro la noia che ti ha provocato, certo, sono solo rimedi provvisori, non devono guarirti (guarirti non serve al sistema) ma solo stordirti provvisoriamente.

Perciò ubriacati, drogati, stordisciti con la TV e i videogiochi che ti allontanano provvisoriamente dalla realtà, non trovi che sia più facile scappare che affrontare i propri problemi, poi se continuano ad accumularsi chi se ne frega, basta bere liquori più potenti che ti sconquassano, così per un po’ non ti ricordi di essere finito nella merda, infondo l’importante è fare arricchire le multinazionali

I peggiori nemici della noia sono: curiosità, entusiasmo, interessamento, partecipazione, coinvolgimento, trasporto, partecipazione, passione, attenzione.

Concludo con un paio di consigli per quando ti annoi a studiare.

1) immagina di mettere in pratica in un lavoro ciò che stai studiando.

2) immagina di essere un insegnante e che devi preparati per fare una lezione dove  spiegherai i concetti del libro di scuola ai tuoi allievi.