Generazione di narcisisti?

approvazione

Siamo una generazione che tende al narcisismo?

Il narcisista a prima vista sembra molto sicuro di sé, ma in realtà la sua sicurezza è alimentata dall’approvazione degli altri, se manca questa crolla tutta l’autostima.

Il narcisista è concentrato sulla sua immagine e su se stesso, desidera ammirazione dagli altri, si sente importante, vuole essere sempre al centro dell’attenzione, frequenta chi ha più successo, è freddo verso i sentimenti degli altri.
Non se ne accorge ma è egoista e manca di empatia.

Gli hanno fatto credere sin da piccolo di essere speciale, migliore degli altri.

A scuola è in continua competizione con  i compagni che non vede come amici con cui  divertirsi, scambiare opinioni e stringere relazioni profonde, ma solo avversari da battere e da disprezzare.
Le altre persone sono mezzi utili per i suoi bisogni.

La cosa più importante per lui è essere ammirato, avere potere e successo, non accetta il fallimento e quando deve affrontarlo si arrabbia con se stesso o con gli altri.

La società moderna richiede dei canoni molto alti: devi essere perfetto, bello, intelligente, ricco, devi avere successo, altrimenti vieni escluso.
Devi uniformarti agli standard della società, che ci vuole tutti uguali.

Siamo in continua ricerca della perfezione, ma siccome nessuno è perfetto, fingiamo con dei trucchi di esserlo per ottenere approvazione dalla massa.
Questa finzione ci costringe a  vivere in un mondo non reale e a farci sentire inadeguati.

L’approvazione degli altri è un istinto primordiale: serviva a far sopravvivere i soggetti più deboli ed indifesi (sopratutto le donne poiché incapaci di difendersi, dovevano farsi proteggere dal gruppo) perciò era fondamentale essere accettati dalgli altri, chi veniva esiliato dalla tribù non poteva sopravvivere.

Così oggi siamo in ansia quando aspettiamo i giudizi di feedback dopo aver pubblicato su un social il nostro selfie migliore scelto tra mille.

L’insicurezza è utile, serve a metterci in discussione, a farci capire quando sbagliamo, solo quando ci accorgiamo di aver sbagliato possiamo cercare di migliorare.
Ma quando si trasforma in un ossessione allora diventa pericolosa.
Siamo così presi dalla paura dei nostri sbagli che non notiamo nemmeno i nostri successi.

Non accettiamo i nostri  diffetti e ci preoccupiamo di cosa gli altri pensano di noi e del nostro aspetto fisico.

Diamo troppa importanza a come ci vedono gli altri.
Senza nemmeno accorgerci che gli altri non ci guardano, perché sono troppo impegnati a guardare e giudicare se stessi.

Ti do una triste notizia, se sei convinto che gli altri stiano continuamente pensando a quello che fai tu, o a come sei tu, allora sei paranoico ( gli altri sono troppo indaffarati a pensare a cosa pensano gli altri di loro).

Come non possiamo leggere nei pensieri degli altri anche gli altri non possono leggere nella nostra mente.

Per uscire da questa illusione la strada è sempre la stessa.

Consapevolezza: renditi conto dei tuoi comportamenti, conosci te stesso, pregi, diffetti, talenti, manie, abitudini, valori, desideri, sogni, paure, sentimenti, atteggiamenti.

Conoscenza: documentati prima di affrontare un problema, raccogli informazioni, non smettere mai di imparare e di incuriosirti.

Cambiamento, devi affrottare le tue paure, lavorare sulla tua autostima e assertivita, devi mettere in pratica, fare, altrimenti tutte le informazioni che hai raccolto saranno inutili.

Ricorda che comportarti da debole è una tua scelta.

Cosa è l’evoluzione?

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Tutti gli esseri viventi nascono, si riproducono e muoiono, i figli prendono alcune caratteristiche da entrambi i genitori, ma per quanto possano assomigliare a loro saranno comunque diversi, quindi esemplari unici.

Perciò avviene una mutazione genetica.

Un cambiamento anche se piccolo, dopo tante generazioni può fare la differenza.

Di tutti i figli solo quelli che sanno adattarsi all’ambiente sopravvivono o riescono a riprodursi ed avere dei figli.

Quest’ultima generazione ha ereditato le caratteristiche dai genitori che hanno saputo adattarsi.

Questa è chiamata da Darwin selezione naturale.

Tra le giraffe solo quelle che avevano il collo più lungo sono sopravvissute, perchè non bastava il cibo per tutti, perciò quelle con il collo corto sono morte di fame perchè non arrivavano a mangiare sugli alberi più alti.

L’uomo è riuscito a riprodurre artificialmente ciò che fa la selezione naturale, i cani ne sono un esempio, non esistevano in natura ma derivano dal lupo, l’uomo ha scelto dei cuccioli con determinate caratteristiche fisiche o con un determinato carattere e li ha fatti accoppiare, poi ha ripetuto la selezione con i figli di queste coppie scegliendo quelli con le stesse caratteristiche desiderate ed è andato avanti fino ad ottenere una razza selezionata.

Ad esempio se scegliamo per l’accoppiamento solo i lupi con il pelo corto, scuro e le zampe corte dopo molte selezioni otterremmo qualcosa di simile ad un bassotto.

L’uomo ha manipolato anche altri animali e vegetali come mucche e galline per aumentare la produzione di latte e uova e cereali per renderli più resistenti e più produttivi.

Perchè molti adolescenti si tagliano?

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Sappiamo che alcuni ragazzi ma soprattutto ragazze adolescenti hanno l’abitudine di lesionarsi.

Molti li giudicano pur non conoscendo le cause di questo comportamento, anzi spesso nemmeno questi ragazzi sanno perché si comportano così.

Questi gesti autodistruttivi nascondono una sofferenza che l’adolescente prova ma che non riesce ad esternare e a spiegare.

Dipendono da  emozioni negative come la disperazione, la tristezza, la rabbia, il fallimento, la solitudine, il sentirsi  rifiutati, abbandonati, vuoti, inutili, incapaci di affrontare una situazione o di risolvere i propri problemi, il non sentirsi in grado di farcela da soli, di dover dipendere dai genitori o dover sottostare a delle regole, la paura e la rabbia di perdere qualcuno da cui credono di dipendere.
Il fatto di non avere una persona di cui fidarsi, qualcuno a cui poter raccontare, spiegare cosa provano, qualcuno con cui sfogarsi e liberarsi.

A queste frustrazioni si aggiungono i sensi di colpa, il disprezzo verso se stessi per non aver saputo esprimere i propri sentimenti o per sentirsi inadeguati.

Masochismo e sadismo sono frutto dei sensi di colpa: “devo punirmi per espiare le mie colpe” (masochismo), “devo dare la colpa a qualcun altro per stare meglio e non essere io il colpevole” (sadismo).

Tagliarsi dà l’illusione di un sollievo, come se dai tagli possano uscire le emozioni che non si riescono a sopportare.
Preferiscono trasferire al corpo attraverso un dolore fisico la loro angoscia per distrarsi da quell’intenso e terribile dolore mentale e psicologico che non riescono ad interrompere e controllare.

Gli autolesionisti di solito si tagliano di nascosto perché non cercano l’attenzione degli altri, anzi se ne vergognano e hanno paura di essere giudicati come pazzi o stupidi.
Tuttavia cercano di nascosto dagli adulti l’aiuto il sostegno o la comprensione di qualcuno che ha il loro stesso problema attraverso i social, ma qui è più facile che trovino critiche e commenti di disgusto.

Questi ragazzi vogliono solo essere compresi ascoltati e aiutati.
Non serve criticare e giudicare.

Spesso questo rito viene emulato perche visto fare da qualcun altro sui social ma senza saperne il motivo.
Chi vuole realmente suicidarsi non lascia indizi, anzi cerca di non destare sospetti per evitare di essere fermato.

L’autolesionismo non viene manifestato solo tagliandosi ma anche bruciandosi o grattandosi fino a sanguinare; sotto certi aspetti anche fumare, drogarsi, ubriacarsi, mangiare a dismisura o non mangiare (anoressia, bulimia) può essere considerato anche autolesionismo, ma non sempre, non voglio generalizzare perché ogni caso è a se.

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Distrazioni.

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Ti sembrerà strano ma anche la distrazione ha una sua utilità.

Il mondo intorno a noi continua a fornirci un mare di informazioni e non riusciamo ad osservarle tutte contemporaneamente.

Per poterci concentrare ad osservarne  e conoscerne una a fondo, dobbiamo per forza distrarci da tutto il resto.

Per questo non può esistere la concentrazione senza distrazione.

È la legge del Tao, non esiste luce senza tenebre, bene senza male; come fai a sapere cos’è la giustizia se non esiste l’ingiustizia?
Non avresti un punto di riferimento, ogni cosa è parte integrante dell’altra.

È inutile cercare di eliminare le distrazioni per poter studiare, tipo: allontanare il cellulare, stare in silenzio, staccare il WiFi, ecc..

Certo, il multitasking e le tentazioni non ci aiutano, ma se abbiamo un pensiero che ci assilla, una preoccupazione, una fissazione, o un interesse verso un altra cosa, difficilmente riusciremo a concentrarci sullo studio, perché è proprio la tua mente che ti corregge ed elimina ciò che devi fare e ti ricorda ciò che vuoi fare.

Oggi troviamo un mare di distrazioni interessanti e divertenti che ci incuriosiscono, ci tentano continuamente e ci permettono di evitare di entrare in contatto con i nostri problemi, le seccature e le emozioni spiacevoli, di farci fuggire da un mondo esterno che non ci piace.

La soluzione la troviamo come sempre nella semplicità, non nelle cose complicate.

Ti basta trovare divertente ed interessante quello che “vuoi” studiare, si ho scritto apposta “vuoi” al posto di “devi”.

Ora starai pensando: ” Ma che droga usi Alchi?”
Le materie scolastiche non sono divertenti!

Non sono interessanti ne divertenti perché purtroppo molti insegnanti non insegnano con passione, se il prof mi dice che Hong Kong ha 7.188.547 abitanti e comincia ad elencarmi tutti i nomi uno ad uno  è ovvio che dopo un po’ mi addormento.

Ma se invece ti racconta i viaggi che ha fatto coinvolgendoti emotivamente, e riesce a trasportarti in questi posti meravigliosi, molto diversi dai nostri, tu inizierai a viaggiare con la tua mente e ti ritroverai in quei luoghi dove vedrai paesaggi incantevoli, conoscerai persone con culture e abitudini diverse dalle nostre, imparerai da loro e anche loro impareranno da te, scoprirai cose nuove ed interessanti, capirai quanto puo essere meraviglioso il resto del mondo.

OK, ma se il mio prof non sa coinvolgermi che faccio?

A questo punto tocca a te ad usare un po’di creatività, a trovare una connessione tra i tuoi interessi, le tue passioni, le tue fissazioni e le materie che devi studiare.

Se la tua fissazione è quella di pensare al tuo cantante preferito, allora portalo con te nei tuoi viaggi intorno al mondo, nella geografia, o nei tuoi viaggi nel tempo attraverso la storia, così unisci l’utile al dilettevole.

Cosa sono i sogni?

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Cosa sono i sogni?
Secondo Freud è la spazzatura  accumulata nella giornata che il nostro cervello elimina .
Tuttavia i sogni nascondono in modo velato le nostre paure e i nostri desideri più profondi, quelli che non conosciamo o non vogliamo conoscere perche insulsi o non coerenti con quello che la nostra società ci ha imposto, o la scuola ci ha insegnato.

Perciò quello che pensiamo di desiderare corrisponde a quello che ci hanno detto che dobbiamo desiderare, una laurea un posto di lavoro fisso, una casa,  un marito. Ma quello che desideriamo realmente è tutto un altro paio di maniche.

Facciamo una prova su strada: fammi una lista di 101 cose che desideri, segui però queste piccole regole.

1 non mettere quello che non vuoi ma cosa vuoi.

2 niente soldi, quelli sono un mezzo non un obbiettivo, scrivi piuttosto cosa compreresti con questi soldi.

3 non fare paragoni voglio essere come.­.? Sei unico!

4 accertati che sia una cosa che desideri veramente tu, e non  una cosa che vuoi perché ti hanno convinto che ne hai bisogno.

5 no desideri seriali, uguali: una porche, una ferrari, così via… mettile nello stesso desiderio.

6 non chiedere desideri per gli altri.

7 fai attenzione a ciò che desideri perche potrebbe realizzarsi.
Tipo: sposarmi con la persona di cui mi sono innamorata, se poi scopri che la questo individuo non è come lo immaginavi, che fai?
Voglio una  multinazionale che fattura 10 milioni di € al mese, poi quando devo lavorare per 24 ore al giorno sotto stress per mantenerla attiva e non farla fallire! Che faccio?

Facendo questa lista scoprirai quanto è difficile desiderare, ma soprattutto capire quello che desideri veramente.

Test dei setacci.

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Tempo fa trovai sul web questo aneddoto, mi piacque molto perciò oggi ho deciso di pubblicarlo.

Nell’antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:

– Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?

– Un momento – rispose Socrate. – Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.

– I tre setacci?

– Ma sì, – continuò Socrate. – Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?

– No… ne ho solo sentito parlare…

– Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?

– Ah no! Al contrario

– Dunque, – continuò Socrate, – vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell’utilità. E’ utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?

– No, davvero.

– Allora, – concluse Socrate, – quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?

Se ciascuno di noi potesse meditare e metter in pratica questo piccolo test… forse il mondo sarebbe migliore.

A cosa diamo più valore?

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Hai mai notato che diamo poco valore alle cose che riusciamo a raggiungere facilmente, o a quelle che reputiamo scontate?

Invece diamo molto valore alle cose che desideriamo ma non possiamo avere, e quando riusciamo  con molta fatica ad ottenerle le trattiamo con molto riguardo.

Questo spiega perché certi bimbi poveri che non hanno niente sanno apprezzare ogni piccola cosa.
Quelli che non possono avere un’istruzione fanno qualunque sacrificio per poter andare a scuola, dove di solito ottengono anche ottimi risultati.

Voglio raccontarti una storia.
C’era una volta un re molto ricco che possedeva due cani, il re amava molto i suoi cani e non faceva mai mancare niente a loro. Abitavano in camere lussuose con la servitù e mangiavano la migliore carne del regno.
Nonostante ciò, i cani,
troppo viziati, non erano mai contenti, così diventarono inappetenti e si ammalarono.
Il re cercò i migliori medici del regno, ma non ci fu nulla da fare.
Un giorno il re disperato chiese aiuto ad un contadino che possedeva dei cani come i suoi ma sani e forti.
Il contadino li fece portare a casa sua e ad insaputa del re li rinchiuse in una stalla e non gli diede cibo per tre giorni, il quarto giorno i cani saltavano dalla gioia per un tozzo di pane secco.
Dopo due settimane il contadino riportò i cani sani e forti dal re che rimase stupito da come avesse fatto a compiere quel miracolo.

Spesso ci accorgiamo dell’importanza di quello che abbiamo proprio quando la perdiamo.

Come possiamo dare valore alle cose che non ci piacciono?

Di solito è nelle cose che ci piacciono e ci danno soddisfazione che mettiamo impegno.
valore = impegno
Ma se l’equivalenza fosse inversamente proporzionale?
Impegno = valore
Cioè se proviamo a mettere impegno nelle cose che non ci piacciono non potrebbero acquistare valore?

Prima di scoprire un interesse verso uno sport, un videogioco, una serie tv, non hai dovuto fare un piccolo sforzo per trasformare una curiosità in una passione.
Magari ti sei impegnato a capire come funziona il gioco e a superare il primo livello, hai dovuto conoscere e scoprire i personaggi del libro o film, hai dovuto superare l’ostacolo di imparare le basi preliminari più noiose di uno sport.

Hai dovuto (almeno in un primo momento) sforzarti e allenarti, ma alla fine come risultato hai avuto quella gratificazione che ti motiva a continuare a perseverare.

Mettere dedizione e attenzione a ciò che stai facendo da valore alla tua vita.

Metti impegno in tutto quello che fai, questo è il segreto per vivere una vita felice ed appagante.

Difficoltà e adolescenza.

difficolta

Quando arrivi nel periodo dell’adolescenza inizi a scoprire un lato del mondo poco piacevole che prima non conoscevi, da qui in poi tutto diventa più difficile.

La vita ti sembra più angosciante, stressante e piena di problemi, è
solo col passare degli anni, con l’esperienza e con la conoscenza che si capiscono tante cose.

La tua sofferenza è causata dal fatto che conosci solo un immagine apparente del mondo che ti circonda ma non conosci ancora la vita reale.
Solo vivendo appieno e provando esperienze potrai togliere quel velo che ti impedisce di vedere le cose chiaramente.

Tutti abbiamo avuto dei condizionamenti, delle persone che ti dicono cosa devi fare e che strada devi scegliere, a qualcuno può andare bene lasciarsi trasportare dalla corrente, ma se dentro di te senti che qualcosa non va, significa che i limiti che ti impongono ti stanno stretti e vincolano ciò che vuoi realmente fare.

Uno dei nostri bisogni primari (come ho scritto nell’articolo su Maslow) è la sicurezza, tutti cerchiamo stabilità, la strada più sicura.
Il problema è che la sicurezza non esiste, per quanto sicuro sia il tuo posto di lavoro lo puoi perdere, puoi cadere in disgrazia finanziaria in qualsiasi momento.

Forse è meglio prepararsi al peggio, farsi le ossa, migliorare se stessi, diventare responsabili, affrontare sfide sempre più grosse, imparare dai propri errori, per crescere e diventare più saggi.

Meglio rischiare e fallire da soli che vivere una vita vuota, triste, illusoria falsamente sicura, automatizzata, fatta di routine e piattezza, dove non puoi imparare niente di  utile.

A volte i fallimenti sono una strada da percorrere per avere successo.

Se potessi tornare indietro nel tempo con la conoscenza e la consapevolezza dei miei errori sarebbe tutto più facile, ma è proprio grazie a quegli errori che sono diventato quello che sono ora.

È per questo che non cambierei niente, perché sono stati proprio i miei errori, i consigli sbagliati che ho seguito, le mie esperienze negative, le peggiori sofferenze, i momenti di tristezza infinita che mi hanno buttato in fondo ad un inferno, che  mi hanno dato la possibilità di rendermi più forte, permesso di affrontare le difficoltà, di cambiare per sopravvivere, di poter apprezzare le piccole cose.

Nonostante tutti questi duri colpi io sono ancora in piedi pronto a continuare a combattere.
Risorto dalle proprie ceneri come una fenice.

Ho passato momenti tristi ma ho vissuto anche belle esperienze, momenti piacevoli e divertenti, sorprese e vittorie.
In fondo questo è vivere.

Il segreto non è evitare la sofferenza.
Cercare la via che sembra più facile è solo un un illusione.
Evitare i problemi è il miglior modo per accumularli e moltiplicarli.
I problemi sono delle sfide, vanno affrontati a testa alta.
In ogni sofferenza c’è una grande crescita e una grande vittoria.

Fatti sempre delle domande, mettiti in discussione, segui le tue passioni, impara dai tuoi errori e da quelli degli altri, cambia continuamente strategie, usa l’intuito, sii creativo, adattati, ingegnati, inventa, confronta.
Vivi, perché è meraviglioso.

Perchè giudichiamo?

giudizio

Tutti (chi più chi meno) giudichiamo.
La nostra mente non può fare a meno di cercare delle spiegazioni su come e perché accadono le cose intorno a noi.

Questo è un meccanismo utile per la sopravvivenza, peccato che noi elaboriamo tutto ciò che osserviamo nel mondo esterno in base alle esperienze ed informazioni che abbiamo già appreso.

Quindi giudichiamo, categorizziamo e  riordiniamo in base ai nostri canoni sociali, culturali, le nostre esperienze e i nostri stereotipi.

Quando qualcosa si allontana dalle nostre convinzioni scatta il giudizio.

Giudichiamo perché crediamo di aver ragione, e pensiamo che il nostro punto di vista sia giusto (anche se un punto di vista è oggettivo perciò non può essere la verità assoluta).

Credere di aver ragione ci da un’ l’illusione di sicurezza, ma allo stesso tempo ci rende schiavi.

Giudichiamo per non essere giudicati; essere giudicati non piace a nessuno perché ci fa sentire sbagliati, ci toglie sicurezza, non ci fa sentire accettati dagli altri.

Criticare diventa un’ abitudine, chi critica spesso gli altri non può fare a meno di criticare anche se stesso.

Perciò dare dei giudizi quando non serve a far migliorare, oltre ad essere inutile è anche controproducente, è una forma di insicurezza (butto a terra gli altri così mi sento migliore), come è una forma di insicurezza lasciarsi turbare dai giudizi altrui (mi faccio venire il dubbio che costui possa aver ragione).

Chi è sicuro di sé è anche libero di esprimere i suoi sentimenti, pensieri e opinioni, senza vergogna o paura di essere giudicato, vive sereno, fa quello che vuole, segue i suoi sogni, i suoi valori, non si lascia condizionare delle opinioni altrui, dalla paura di non essere compreso e accettato.
È assertivo, rispetta gli altri ma soprattutto se stesso e le sue idee, si fa rispettare e non teme il confronto con gli altri.

È umile e sa prendersi in giro, non nasconde i suoi errori e non finge di essere quello che non è per farsi approvare dagli altri.

Sa accettare una critica costruttiva quando può servire a mettersi in dubbio per migliorare, ma non ascolta i giudizi falsi e ignobili.

Per diventare un leader carismatico o semplicemente per vivere sereni è fondamentale imparare a non criticare gli altri e soprattutto se stessi, non aver paura delle critiche e smettere di cercare l’approvazione degli altri.

Anche se cercherai di essere perfetto per gli altri troverai sempre qualcuno a cui non piacerai.

Nessuno è perfetto altrimenti  saremmo tutti uguali e perderemo la nostra unicità.